Nature & technology
Una medicina etica ha il compito di mediare tra la più moderna tecnologia e l’utilizzo di tecniche “naturali”, sempre guidate da una ricerca clinica avanzata. Non conservazione quindi, o un ritorno al passato.
Si tratta di integrare la tecnologia bio-ingegneristica con tecniche di auto-regolazione organica rese possibili ad esempio dall’utilizzo di tests strumentali clinici non invasivi e facilmente ripetibili, che permettano un monitoraggio puntuale delle funzioni fisiologiche, energetiche, neuro-funzionali e di composizione corporea multifattoriale.
A questo proposito possiamo fare riferimento anche a quanto sostenuto all’ultimo “World Economic Forum” (Davos – Svizzera, 2016) a proposito delle crescente difficoltà di distinguere, nell’idea di essere umano, tra artificiale e naturale, concludendo con l’esortazione: Staying human! (restare umani).
Pensando nello specifico alla tecnologia medica alla quale l’uomo si affida sempre più per risolvere i propri problemi, che “consente di fare sempre più cose in modo diverso da come la Natura le ha fatte finora”, siamo tenuti a individuare le strade più corrette senza accettare inconsapevolmente la proposta che ci appare più facile e breve.
In caso di ipercolesterolemia, ad esempio, il più delle volte potrò ricorrere, anziché ad un farmaco con i suoi effetti collaterali (statine), ad una corretta alimentazione, controllo del peso, attività fisica, supplementazione. O ancora, in caso di dolore persistente al ginocchio, non ricorrerò in prima battuta all’artroprotesi, ma ad una correzione posturale, rinforzo muscolare, riduzione del peso corporeo …
Perseguire un progresso etico, in antitesi ad un prevalente sfruttamento economico, in medicina come in altri ambiti,
vuol dire aver rispetto per l’uomo:
una medicina orientata alla naturalità delle cure, su basi rigidamente scientifiche, è un medicina a bassa invasività, dai ridotti effetti collaterali e potenzialmente stabile nei risultati.