AMBULATORIO OSTEOPOROSI

Uomo. Osteoporosi
Frattura vertebrale lombare
Alimentazione scorretta
Scarsa attività fisica

Big Horn sheep. Corna ricurve
Assenza di osteoporosi
Alimentazione con alta percentuale di minerali
Intensa attività fisica

 

 

L’osteoporosi è una malattia dello scheletro che causa una riduzione della massa ossea. Ciò rende l’osso fragile e predisposto alle fratture spontanee (da traumi di minima entità).

STRUTTURA DELL’OSSO

L’osso è una struttura rigida capace di sopportare forti carichi ma allo stesso tempo leggera, e ciò in relazione alla sua particolare architettura : una parte corticale esterna (osso compatto e resistente), e una parte trabecolare interna (osso poroso “orientato” secondo le linee di forza).
Il tessuto osseo è costituito da tessuto connettivo, sostanza minerale (circa il 70% dell’osso), e cellule “specializzate” (osteoblasti e osteoclasti) capaci di rinnovare-rimodellare continuamente il tessuto osseo.
Quando l’equilibrio tra l’azione dei due tipi di cellule è per varie cause alterato, ovvero prevale l’azione distruttrice degli osteoclasti rispetto a quella formativa degli osteoblasti, l’osso si indebolisce.

DIAMO I NUMERI

L’OMS (Organizzazione mondiale della Sanità) ha dichiarato l’osteoporosi, per la sua alta diffusione, malattia sociale. Uno studio dell’Istituto Superiore di Sanità Italiano (G.Franchi, Osteoporosi. Le dimensioni del problema in Italia – 2001) ha evidenziato la gravità della situazione e la precoce comparsa della malattia:

.                                             osteopenia    osteoporosi

donne oltre 40 anni           47,2 %             9,4 %

uomini oltre 60 anni              46,1 %           11,8 %

A fronte di ciò, i costi ospedalieri per fratture da osteoporosi in Italia ammontano attualmente a circa 500 milioni di euro all’anno.
Ovviamente i costi complessivi che riguardano la malattia (perdita di produttività lavorativa, riabilitazione, spese diagnostiche e farmacologiche, ecc.) sono enormemente maggiori. Il costo umano, psicologico e sociale, incalcolabile.

CAUSE

L’osteoporosi può essere considerata una malattia “multifattoriale”, in cui la presenza contemporanea di vari fattori di rischio aumenta la probabilità di ammalarsi.

Per mettere in atto una terapia con successo è necessario quindi prendere in considerazione le varie cause dell’osteoporosi, e tra queste individuare quelle prevalenti. La strada terapeutica più breve, e più spesso attuata, non è sempre la strada migliore: infatti l’uso esclusivo o prioritario di farmaci come i bifosfonati, può presentare pesanti effetti collaterali, mentre la semplice prescrizione di calcio come integratore, può essere inutile se non dannoso. E ciò è vero soprattutto se le cause principali di demineralizzazione ossea (fattori endocrini e metabolici) possono essere corrette in molti casi con strategie terapeutiche mirate sul singolo individuo, innocue e prive di effetti collaterali.

– Fattori endocrini:

riduzione degli ormoni sessuali (estrogeni e testosterone) legato in parte all’età e in parte allo stile di vita, e aumento cronico di glucocorticoidi (ormone cortisolo) in relazione a stress cronici (alimentazione scorretta da deficit di acidi grassi omega3, scarsa assunzione di fibre, uso di cibi “processati”, alterazione del ritmo cicardiano alimentare – vedi alimentazione antinfiammatoria – ma anche in presenza di stress psico-emotivi, malattie e processi infiammatori cronici, ecc.). L’aumento di cortisolo, in particolare, causa ridotto assorbimento di calcio intestinale e aumentata eliminazione renale, attivazione degli osteoclasti (perdita di osso), ancora riduzione degli ormoni sessuali, infiammazione sistemica cronica di basso grado.

– Fattori metabolici:

Acidosi, conseguenza di un’alimentazione scompensata in nutrienti come formaggi stagionati, insaccati, carboidrati, ma anche da stress cronici, digiuno protratto, diabete, ecc.

Ereditarietà: esiste maggior rischio di comparsa della malattia, rispetto alla popolazione generale, se i propri genitori sono stati colpiti dalla stessa malattia.

Menopausa: in questo periodo della vita, a causa della ridotta produzione di estrogeni (ma anche in giovani donne a cui siano state asportate le ovaie), si ha una accelerata perdita della massa ossea.

Dieta povera di calcio: è solitamente un fattore sopravalutato (spesso il paziente osteoporotico ha normale calcemia e talvolta ipercalcemia, ed una sua supplementazione può provocare calcolosi o calcificazioni dei tessuti molli).

Magrezza: L’eccessiva magrezza è causa di una perdita della massa ossea, sia perché il minor peso corporeo diminuisce lo stimolo utile (il carico), sia perché una quantità decisamente bassa di tessuto adiposo diminuisce la produzione di estrogeni.

Immobilizzazione prolungata e vita sedentaria: L’immobilizzazione generale (ad esempio per allettamento, malattia), così come un’eccessiva sedentarietà, accelerano la perdita di massa ossea, venendo a ridursi lo stimolo maggiore alla rigenerazione dell’osso: il carico.

Fumo di sigaretta: L’aumentato rischio è probabilmente legato alla diminuzione di peso corporeo, all’anticipata menopausa nelle fumatrici, ma anche all’acidosi da aumento della CO2 (vedi anche inquinamento ambientale).

Eccesso di alcool e caffeina: Il primo diminuisce l’assorbimento del calcio a livello intestinale, la seconda aumenta la sua eliminazione per via urinaria e fecale.

Effetti collaterali di alcuni farmaci:
Cortisone, se assunto per lunghi periodi, diminuisce la massa ossea
Anticoagulanti
Antiacidi gastrici utilizzati in malattie come gastriti, ulcere, ecc.
Diuretici utilizzati ad esempio nelle malattie ipertensive
Ormoni tiroidei
Antiepilettici

DIAGNOSI

La diagnosi precoce è l’elemento fondamentale per un corretto ed efficace approccio alla malattia.

La prima importante valutazione, non invasiva, che riteniamo di dover fare, consiste nello studio delle variazioni della composizione corporea (Bioimpedenziometria clinica multifattoriale) da cui trarre informazioni sullo stato minerale osseo (calcio, magnesio, fosfati), sulla densità ossea (con dati sulla variazione, in deviazioni standard, rispetto alla media della normalità, ovvero il T-score scheletrico, comparabile ad una MOC), la presenza di acidità corporea extracellulare, ecc. …

Una valutazione dello stato di stress cronico inoltre (valutazione dell’iperattività del sistema nervoso simpatico o  parasimpatico con strumento non invasivo PPG) permette la correzione dei valori fisiologici destrutturanti l’osso.

Quelle descritte sono tutte informazioni indispensabili per mettere in atto uno stile di vita personalizzato preventivo nei confronti dell’osteoporosi o, se necessario, di un vero trattamento, anche in questo caso aderente alle necessità personali dell’individuo (e non un trattamento standard farmacologico per la “malattia osteoporosi “). La possibilità di ripetere secondo necessità l’esame, del tutto non invasivo, dà la possibilità di correggere la strategia terapeutica, senza attendere l’intervallo minimo di 30 mesi consigliato per la densitometria ossea DEXA.

La Densitometria ossea DEXA a raggi x, esame  anch’esso utile per quantificare la perdita di tessuto osseo è infatti gravato dall’utilizzo di radiazioni e quindi da limitare nel tempo.

Le più comuni indagini bioumorali che possono inoltre essere richieste per valutare la malattia e/o il trattamento sono: calcemia, fosfatemia, fosfatasi alcalina, calciuria, fosfaturia, idrossiprolinuria, elettroforesi proteica, dosaggio della vitamina D .

SINTOMI

Una progressiva diminuzione della massa ossea con l’età è fisiologica (ritenuta normale) senza per questo determinare una importante sintomatologia. Nell’uomo anziano (dopo i 70 anni d’età) o più precocemente nella donna in post-menopausa, un leggero mal di schiena è generalmente il primo sintomo di questa malattia (ma ovviamente non è specifico della stessa).

L’osteoporosi, purtroppo, frequentemente non da alcun sintomo rilevante finchè non si arriva alla frattura ossea .

Tra i sintomi e le conseguenze della malattia ricordiamo:
dolore frequente alla schiena, specie in seguito a movimenti bruschi o sforzi eccessivi
dolore muscolare da contrattura
diminuzione dell’altezza corporea, sia per aumentata cifosi dorsale (curvatura in avanti della schiena a livello dorsale), sia per diminuita altezza degli stessi corpi vertebrali (da fratture o microfratture vertebrali)
fratture: si verificano quando la perdita della massa ossea è più marcata, talvolta per un banale movimento come la flessione in avanti per rifare il letto o per sollevare un oggetto, e naturalmente, in seguito a cadute.
Oltre alle ossa vertebrali, possono fratturarsi, con una certa frequenza, il femore e il polso.
E’ importante, per la prevenzione delle fratture, eliminare tutte le cause che favoriscono le cadute: usare tappeti di gomma nella doccia e nella vasca da bagno, applicare maniglie vicino agli stessi per degli spostamenti più sicuri, assicurare i tappeti al pavimento con delle apposite reti in gomma, ed evitare tutto ciò che possa far inciampare (fili elettrici, ecc.), usare scarpe con tacchi bassi e suola in gomma, evitare i piegamenti in avanti del busto ed in genere tutti i movimenti bruschi.

PREVENZIONE / TRATTAMENTO – linee generali 

n.b.  per un’azione incisiva è necessaria una valutazione personale dello stato minerale, metabolico ed energetico.

Il trattamento va attuato non solo quando iniziano ad essere presenti i fattori di rischio menopausali, ma dalle età più giovani.

1)  Alimentazione corretta

Particolare attenzione deve essere posta alla correzione dell’acidosi latente, disturbo molto frequente nelle diete dei paesi industrializzati. Una dieta “anti-osteoporosi” oltre a garantire una bassa acidità deve offrire un adeguato apporto di minerali ed essere cicardiana (in sincronia con l’orologio biologico ormonale).

Sarà necessario quindi favorire la presenza di alimenti alcalinizzanti (ricca di verdure) per equilibrare l’acidità derivante da carboidrati, proteine, e da alimenti “pro-osteoporosi” come in particolare i formaggi stagionati, ma anche il latte (ricchi si di calcio, ma decisamente acidificanti). In presenza di potenziale acidosi metabolica il nostro organismo dovrà necessariamente neutralizzarla (tamponare è il termine corretto) utilizzando fosfati, magnesio e calcio “rubati” all’osso (vedi articoli più sotto).

Un’alimentazione con un buon apporto di calcio (senza necessità di supplementazione) e ricca di vitamina C, D e ferro, elementi che favoriscono l’assorbimento di calcio a livello intestinale, è normalmente sufficiente per la “nutrizione” dell’osso, così come la presenza di magnesio e silicio.

In caso di acidosi alimentare infatti,  l’osso svolge un’azione  di correzione a scapito di una sua decalcificazione: libera calcio ed altri ioni nel sangue = ipercalcemia.  Anziché attuare la classica integrazione di Ca, spesso è più utile correggere l’acidosi con un’integrazione di fosfati e bicarbonati.

Il calcio alimentare, invece molto utile, è presente in particolare nel pesce (merluzzo, alici, gamberi, frutti di mare, polpi, calamari) e legumi (fagioli, ceci, lenticchie). Nelle verdure in genere, il calcio presente è particolarmente biodisponibile,  cioè facilmente assorbibile e utilizzabile.  Ad esempio nelle crucifere (verze, cavoletti di Bruxelles …) l’assorbimento del calcio è tra il 40-60 %, mentre il calcio presente nel latte lo è solo per circa il 30 %.

Recenti studi, a dispetto del classico consiglio impartito, attribuiscono al latte un’azione tutt’altro che protettiva per l’osso, specie per la sua azione di incremento dello stress ossidativo nell’organismo, per un’azione pro-infiammatoria di basso grado e per l’acidità potenziale (i latticini in genere hanno quindi anche effetti di accelerazione dell’invecchiamento).

(Manolagas SC, Parfitt AM. What old means to bone. Trends Endocrinol Metab, 2010; 21:369-74)

(Michaelsson K, Milk intake and risk of mortality and fractures in women and men: cohort studies. British Medical Journal 2015; 351 dos: http://dx.doi.org/10.1136/BMI.h4825)

Ricordiamo ancora come l’assunzione eccessiva di alcolici impedisce l’assorbimento del calcio oltre ad avere un’azione negativa sulle cellule specializzate dell’osso.

Utile può essere infine l’assunzione abbondante di acqua (la quantità deve essere determinata individualmente), necessaria ad un buon funzionamento dei meccanismi fisiologici – metabolici , evitando insieme ad un corretto stile di vita l’insorgenza di infiammazione sistemica cronica di basso grado (vedi).

2) Supplementazione alimentare

A seconda dei casi può essere utile l’integrazione con tamponi per l’acidità potenziale (bicarbonato di sodio, carbonato di magnesio, ecc.), vitamina D3, acidi grassi omega3, antiossidanti, ecc.

3) Attività fisica

Il carico sui vari segmenti ossei (sia in compressione che in trazione, flessione, torsione ecc.), come avviene nell’esercizio fisico mirato, è lo stimolo adeguato all’incremento della massa ossea (specie gli esercizi “di contatto”).

Oltre agli esercizi specifici, utili sono le attività sportive di tipo aerobico come la bicicletta, correre, saltare … (se in fase preventiva), o le passeggiate a passo sostenuto, la ginnastica dolce, nuotare … (in osteoporosi già presente). Anche qui, specifiche attività motorie, anche di aumento della massa muscolare, possono essere indicate singolarmente in base alle caratteristiche fisico-metaboliche.

Esercizi specifici appositamente studiati per i vari segmenti scheletrici, pur se generici e non personali, sono quelli qui sotto riportati (vedi link palestra qui sotto), con l’avvertenza di seguire attentamente  le indicazioni e limitazioni suggerite:

Palestra osteoporosi (clicca qui per vedere gli esercizi. n.b. il fisiatra vi indicherà quali tra questi sono per voi indicati)

4) Terapia omeopatica-omotossicologica 

con componenti omeopatizzate di calcarea fluorica, carbonica e phosphorica, calcitonina, ghiandola paratiroidea, …

5) Correzione dei patterns respiratori

utile soprattutto in condizioni di stress (dove c’è sovra-stimolazione del sistema nervoso simpatico) che struttura una respirazione veloce e superficiale responsabile di acidosi respiratoria e, conseguente, osteoporosi.

6) Trattamento non invasivo del micro-circolo con onde Bemer-type

sono onde elettro-magnetiche a bassa intensità ed alta efficenza (brevetto specifico) con effetti positivi sul microcircolo arterioso-venoso, osteopenia e osteoporosi, consolidazione più rapida delle fratture.

7) Esposizione al sole

L’esposizione frequente al sole, 20-30′ più volte alla settimana (mantenendo presenti i rischi cutanei di un suo eccesso), favorisce la produzione di vitamina D da parte dell’organismo, con conseguente miglior assorbimento di fosforo e calcio a livello intestinale.

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