Fin dall’antichità il sonno è stato ritenuto un elemento importante per la nostra salute.
Già Galeno, medico e “ricercatore” vissuto circa 2000 anni fa, aveva descritto il sonno come un’attività che “schiarisce la mente, mentre il non dormire, lascia la mente torbida”.
Jeff Iliff, neuroscienziato del Oregon Health & Science University, nel video che proponiamo, ci spiega come le più recenti ricerche scientifiche abbiano dimostrato la veridicità e il meccanismo di quella che era poco più che una constatazione, ovvero l’incredibile funzione ristoratrice del sonno per la mente.
Ogni cellula ha bisogno di nutrienti per alimentarsi e contemporaneamente produce rifiuti che vanno eliminati.
Fino ad ora, non si conosceva il meccanismo di smaltimento, non essendo presente un sistema di vasi linfatici come per il resto del corpo umano.
Il cervello infatti è racchiuso in un teschio rigido pieno di cellule nervose dove non ci sarebbe spazio per un ulteriore sistema di vasi, oltre a quelli sanguigni.
Ebbene la soluzione per smaltire i rifiuti è senz’altro geniale.
Questa può avvenire solamente nel cervello addormentato, quando le cellule cerebrali sembrano ridursi, creando degli spazi tra loro e permettendo al liquido cerebrospinale (normalmente presente solo in uno spazio circoscritto) di raggiungere tutte le cellule e ripulirle dai rifiuti.
Quindi, quando il cervello è sveglio ed è impegnato al massimo in altri compiti, non si occupa dello smaltimento dei rifiuti. Più tardi quando va a dormire, si sposta in una sorta di modalità di pulizia, eliminando ciò che ha accumulato durante la giornata.
Il sonno serve quindi per rimanere in buona salute:
anche la proteina beta-amiloide, prodotta continuamente dal cervello, si può accumulare negli spazi tra i neuroni se questo sistema non funziona correttamente, cosi come avviene nell’Alzheimer, la forma più comune di demenza senile.
La mancanza di sonno o un disturbo del sonno, se protratto, causa anche:
– irritabilità
– scarsa capacità di concentrazione
– riduzione della memoria a breve termine
e tutta una serie di altri disturbi, compreso favorire la comparsa di uno stato di infiammazione sistemica cronica di basso grado (vedi http://fkt.it/inf-sist-cron/ ), indicata come responsabile di molte malattie degenerative croniche (ad esempio l’Alzheimer).
I disturbi del sonno sono molto frequenti nella popolazione.
Si possono manifestare principalmente come:
– difficoltà ad addormentarsi
– risvegli notturni (anche quando dovuti a necessità fisiologiche)
– orari non fisiologici di addormentamento e di risveglio
– sonnolenza diurna
Per non soffrire di insonnia o sonno disturbato, ed avere una miglior salute, si dovranno evitare:
attività faticose in orari serali (lavoro, sport, studio), che stimolano l’organismo a produrre ormoni “diurni” come il cortisolo, adrenalina e noradrenalina che manterrebbero il cervello in uno stato vigile, ma anche l’uso di computer, smartphone ecc., la cui luce intensa riduce la produzione di melatonina.
coricarsi ad un orario non “fisiologico” (quindi né troppo presto, né troppo tardi). Il sonno deve essere al minimo di 6-7 ore ininterrotte per notte (meglio 8) per un completo recupero delle energie, con un orario oscillante tra le 22.30 – 23.30 e massimo le 7.30 – 8.00 del mattino.
alimentazione scorretta, in particolare cena eccessivamente calorica – abbondante (dovrebbe essere invece quantitativamente inferiore al pranzo e alla colazione). Inoltre un eccesso in carboidrati serali, causano innalzamenti glicemici notturni, risvegli e sudorazione notturna.
scarsa attività fisica (e sportiva), ovvero ridotta massa muscolare e soprattutto bassa VO2 max (capacità aerobica), riducono la qualità del sonno attraverso un’alterazione della composizione corporea, aumento di pressione arteriosa, ridotta sensibilità all’insulina, iperglicemia notturna, alterazione dell’asse ipotalamo-ipofisi-surrenalico …
stress psico-emotivo cronico: ipersecrezione di adrenalina e noradrenalina per eccessiva stimolazione del sistema nervoso simpatico (aumento di frequenza cardiaca e pressione sanguigna, iperreattività …): non sarà facile dormire!
Anche se apparentemente vi sembra di poter sostenere ritmi di vita e sonno scorretti, sappiate che nel tempo sicuramente il vostro corpo si farà sentire.
Ogni interruzione del sonno (per qualsiasi motivo avvenga) causa riduzione del numero delle fasi REM (il sonno più profondo) andando a incidere sulla salute generale, e contribuendo a determinare uno stato di infiammazione sistemica cronica di basso grado, comune denominatore di molte malattie degenerative croniche.
Apri il video al link qui sotto
https://www.ted.com/talks/jeff_iliff_one_more_reason_to_get_a_good_night_s_sleep?language=it
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